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La piscina come luogo simbolico
The symbolism of swimming pools
di by Matteo Vercelloni Ci piace pensare al tuffatore raffigurato sul soffitto della famosa tomba di Paestum del 480 a.C.
come ad un giovane frequentatore delle piscine del nostro presente. In realtà l’interpretazione
degli storici dell’arte individua nell’atto del tuffo dal ‘trampolino’ in pietra allo specchio
increspato di acqua sottostante, il passaggio dalla vita alla morte anche alla luce dei dipinti delle
pareti laterali della tomba, dai cui appunto il tuffatore rifugge, che raffigurano scene di simposio
in cui ci si abbandona al piacere del vino e dell’erotismo, alla musica e al canto, al godimento in
senso lato. Così l’immersione nell’acqua del giovane tuffatore e il viaggio verso una vita eterna
conducono, a livello simbolico, a forme di conoscenza più complete di quelle possibili nella vita
terrena. L’immergersi nell’acqua, esserne avvolti, diventa così nel tempo un atto che trascende
il semplice esercizio fisico e la piscina, il cui regesto figurativo sarebbe enciclopedico per varietà
e ricchezza, diventa una tipologia architettonica da indagare con attenzione nel suo oscillare
tra luogo pubblico e privato, anche perché, come scrive Carola Barbero nel suo “Nuotare via”
(il Mulino, 2024), “la piscina è in primo luogo acqua, solitudine, bracciate e gioia in cui provare a
ritrovare se stessi”. Non è un caso forse che Rem Koolhaas, uno dei più interessanti architetti
contemporanei già nel 1978 nella “conclusione immaginaria” in appendice al suo famoso
“Delirious New York”, ne “La storia della piscina” ne inventa una galleggiante di produzione
sovietica dandone la paternità ad un brillante quanto anonimo studente della Mosca del 1923.
Looking at the diver in the ceiling fresco of the famous “Tomb of the diver” (480 B.C.) in
Paestum, we tend to see a present-day poolgoer. However, as art historians explain, that leap
from a stone structure into the rippling water represents the passage to the afterlife. This
would be confirmed by the four walls depicting scenes of a symposium, where people indulge
in the pleasures of wine, sex, music, and song. This dive into eternity leads to something more
profound than life on Earth. This way, diving into water and being surrounded by it transcends
the realm of physical exercise, and the pool becomes an architectural structure with an
encyclopaedic figurative meaning to investigate in its balance between public and private. As
Carola Barbero writes in her book, “Nuotare via” (published in Italy by Il Mulino, 2024), the pool
is, first of all, water, solitude, strokes, and joy where to try to find oneself. In “The story of the
pool” in the “Fictional conclusion” to his famous book “Delirious New York” (1978), one of the
most remarkable contemporary architects, Rem Koolhaas, talks about a floating pool invented
in 1923 Soviet Moscow by a bright student no one remembers about.
“Tomba del tuffatore”, particolare.
Detail of the “Tomb of the diver”.
Località Tempa del Prete, 480 a.C.
Museo Archeologico Nazionale
Paestum (I)